Italia prima assoluta per vitgni autoctoni, ecco i dati dei vari stati

di Luigi Salvo
L’Italia è il paese con più vitigni autoctoni al mondo, il 75% della sua superficie vitata è composto da ben 80 vitigni diversi, tantissimi in più dei 40 del Portogallo e dei 30 della Romania, addirittura solo 15 per la  Francia e la Spagna secondo l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, che ha presentato il suo “Bilancio 2017 sulla situazione vitivinicola mondiale” nel corso del Congresso mondiale della vigna e del vino a Sofia, in Bulgaria.

In particolare, emerge dai dati Oiv, in Italia il vitigno più coltivato è il Sangiovese, che rappresenta l’8% del vigneto totale, seguito da Montepulciano, Glera e Pinot Grigio (4% per ognuno) e dal Merlot (3%), mentre gli altri vitigni tutti insieme raggiungono pesano il 77%.

In Francia è il Merlot (14%) il vitigno più diffuso, poi Ugni Blanc e Grenache (10%), dal Syrah (8%) e dallo Chardonnay (6%), queste cinque varietà che da sole valgono il 48% del totale, Spagna la grande fetta di vigneto è di Airen (22%) e Tempranillo (21%), e poi Bobal e Garnacha (6%) e Viura (o Macabeu, 5%), ed i restanti 39% di superficie vitata.

Tra i dati Oiv, è interessante che tra le oltre 10.000 varietà di vite conosciute nel mondo, la varietà da tavola Kyoho occupa 365.000 ettari nel mondo, copre da sola il 44% degli 847.000 ettari vitati complessivi della Cina, seguita dal Cabernet-Sauvignon, la varietà da vino più coltivata, con 340.000 ettari, e dall’uva Sultanina (la maggior parte utilizzata come uva da tavola, ma usata anche per produrre vino) con 300.000 ettari.

Seguono il Merlot (266.000 ettari), il Tempranillo (231.000), l’Airen (218.000), lo Chardonnay (211.000), il Syrah (190.000), il Grenache Noir (163.000 ettari), la Red Globe (160.000 ettari), il Sauvignon Balnche (121.000), il Pinot Nero (115.000) e l’Ugni Blanc o Trebbiano Toscano (111.000 ettari).

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